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"Gratuitamente avete ricevuto,
gratuitamente date"
(Matteo 10,8)
Mentre stavamo allestendo questo libro/agenda 2010, tutto imperniato sulla GRATUITA', tra la Sicilia e l'Africa venivano attuati quegli atti di barbarie chiamati "respingimenti" nei confronti di disperati, costretti a fuggire dalla fame e dalla paura.
In questa atroce vicenda c'è un "piccolo particolare" accantonato. Chi respinge rivendica la propria provenienza dalle radici cristiane, facendo finta di non conoscere uno dei terreni fecondi da cui traggono la linfa: il "gratuitamente avete ricevuto, gratuitamente date" detto con forza dal fondatore della "civiltà cristiana", che tanto ci sta a cuore.
Gratuitamente abbiamo ricevuto opulenza, sistemazioni, scolarizzazione, tutela della salute... Viene chiesto anche a noi, oggi. di restituire, gratuitamente, la compartecipazione a questi diritti. E invece... ci esercitiamo nell'arte del respingere.
Abbiamo dimenticato il valore della GRATUITA'.
Ecco perché è importante tenerla presente - insieme alla tenerezza, alla condivisione, al dialogo, alla semplicità, alla sobrietà - lungo le ore e i giorni di questo 2010.
ELOGIO DELLA GRATUITA'
Che cosa viene individuato, nella vita di ogni giorno, come gratuito?
Forse proprio nulla, se non al supermercato, dove con il "prendi tre e paghi due", abbiamo l'illusione di riceverne uno "gratis".
E' proprio la mentalità consumistica che non ci fa pensare più alla gratuità. Impera, nei nostri rapporti, la legge del "do ut des": io do una cosa a te, a patto che da te ne riceva un contraccambio.
La gratuità potrebbe essere definita una fraternità tra sconosciuti, tra persone che non sapranno mai a chi hanno destinato, che non verranno mai ringraziate e che vivranno questa situazione non come eroismo, ma come una dimensione naturale per costruire relazioni tra le persone, le generazioni, le culture.
Dovremmo pensare a una scuola che provi a produrre questo risultato, a una economia che si fondi su questi meccanismi, a un diritto che ci renda capaci di correggere i nostri comportamenti e li indirizzi sempre più verso la gratuità.
L'esempio di una gestione gratuita l'abbiamo tutti i momenti sotto gli occhi: la nostra vita. Ci è stata data gratuitamente.
Perché, allora, non seguiamo anche noi l'esempio del creatore che ce l'ha donata? Forse perché stiamo cambiando dio e il nuovo idolo (che possiamo chiamare denaro, potere, successo, ingordigia) rende schiavo chi ne diviene seguace e non libero.
Come uscirne? Cancellando parole come concorrenza, competitività, accumulo e riscoprendo la semplicità e la gratuità nei rapporti interpersonali e tra i popoli.
E solo allora, sicuramente, saremo - oltre tutto - meno sommersi dalle cose e un po' più ricolmi di gioia.
LA GRATUITA'... IN PILLOLE
Molti di noi ricordano come in un delizioso racconto, che ci è stato tramandato, si parli di crociati che, nelle loro peregrinazioni, un giorno si imbatterono in una donna, una mistica, che se ne andava senza mai fermarsi, portando in un secchio dell'acqua e nell'altro del fuoco.
A chi le domandava perché se ne andasse senza soste, portando acqua e fuoco, rispondeva che portava acqua per spegnere le fiamme dell'inferno e fuoco per bruciare il paradiso, perché, diceva, nessuno più facesse il bene per meritarsi il paradiso o per il timore dell'inferno, ma gratuitamente, solo per la gioia di farlo.
Angelo Casati
Alcuni giorni fa ero in strada con mia nipote, una bambina di circa 8 anni. Stavamo camminando, quando abbiamo visto sul marciapiede un mucchietto di buste e cartoni, con un giovane tutto rannicchiato sopra. Quello che tutti chiameremmo "barbone".
Il mio occhio, anche se "cristiano" ma purtroppo abituato a queste scene, quasi aveva escluso dall'attenzione questa presenza. Ma quello della bambina no! Più ci avvicinavamo al povero, più lei lo guardava con occhio misericordioso. Accortomi di questo atteggiamento, passo una moneta alla bambina per metterla nel cestino, quasi vuoto, del povero. A questo punto il giovane si alza e velocemente si allontana.
Dove starà andando?
Entra in un bar e quasi subito ne riesce con un ovetto di cioccolato in mano e lo dona alla bambina con un sorriso che non dimenticherà mai! E subito scompare, tornando al suo mucchio di povere cose!
Francesco Cipri
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